È una ragazza di 12 anni, con capelli rossi e ricci, coraggiosa ma svogliata. Non ha pazienza e rinuncia facilmente ai problemi che richiedono impegno. Tende a sbuffare e preferisce evitare le discussioni, pur odiando le ingiustizie. Deve imparare a non temere il confronto e a capire che la gioia arriva con lo sforzo. A volte è spiritosa, altre volte è silenziosa e solitaria. Ha una fissa per le scarpe e le tiene sempre pulite, con le tasche piene di forcine e rossetti che usa per risolvere i guai. Al collo ha la chiave con cui è possibile salvare Roma; un cimelio di famiglia appartenuto all’imperatore Marco Aurelio, l’unico oggetto con cui si potrà sconfiggere il perfido Tristifero.
È molto protettiva nei confronti del fratellino, Tullio.

È un bambino di 8 anni, appassionato di miti romani, grazie agli insegnamenti dello zio archeologo. Ha capelli biondi e arruffati, non è molto agile e ha un po' di pancetta. È permaloso, impulsivo e si arrabbia facilmente, con la faccia rossa e le mani tremanti. Si lancia all'attacco con il suo gladio, ma i risultati non sono sempre buoni. È curioso e non sa quando smettere di fare domande. È fissato con il tempo e guarda spesso l'orologio. Deve imparare che la gioia condivisa è più dolce. È il primo a capire l'importanza della chiave che Flaminia porta al collo.

È un gatto che cammina su due zampe, reso mezzo umano da una mutazione; ha una maglietta gialla su cui è stampata, in stampatello a caratteri enormi, la parola MIAO. Porta i pantaloni corti e i sandali e si esprime spesso in romanesco. È un furbacchione e un tempo è stato un servitore del cattivissimo Tristifero. Adesso sembra avere cambiato atteggiamento, ma ogni tanto ricade nei vecchi errori e i due ragazzi non sanno quanto fidarsi. È veloce, scaltro, graffiante.
Fa battute su tutti, pure su Tullio, che non sempre la prende bene. Nel corso della storia dovrà dimostrare di non essere più un imbroglione, perché solo l’onestà porta una gioia duratura.

È il legittimo erede al trono alla morte di Antonino Pio, Tristifero però si prende il titolo di imperatore di Roma con la forza. Una sera dell’anno 170, insieme a tre persone fidate, Marco Aurelio entra nel palazzo di Tristifero e lo cattura.
Lo chiude in una prigione mobile e getta il cattivone in un pozzo profondissimo. Poi ordina di cancellare qualsiasi riferimento al governo di Tristifero e di scrivere che in quel periodo c’era la peste. È lui a raccontare a Tullio, Flaminia e Scarpìa la storia delle chiavi Nexus, necessarie per chiudere i lucchetti della prigione mobile di Tristifero.

Il vero nome di Tristifero è Cesare Manlio. Durante il suo regno illegittimo, dopo la morte di Antonino Pio, si impose con la forza sul trono di Roma. Una volta al potere, vietò i giochi e trasformò i cittadini in sudditi, eccetto il suo gruppo di Aracnoidi, uomini che iniziarono a prendere la forma di enormi ragni. Si dice che Tristifero si nutrisse della tristezza della gente, puntando a creare un impero assoluto. Catturato da Marco Aurelio, fu gettato in un pozzo profondo. Nel 2025, durante gli scavi a Piazza Venezia, riemerse in forma immateriale, con l’intenzione di sottrarre la gioia agli abitanti di Roma e al mondo intero.

Un simpatico ometto, magro e scattoso. Sa guidare qualsiasi cosa, è una scheggia con la barca e il carretto trainato dal fedele Equinorix. Ma pretende sempre il giusto compenso. Per godere del suo servizio, Scarpìa lo dovrà sfidare a biglie.

È stato un pescatore, prima di diventare un coraggioso generale della marina militare dell’impero romano. Ha due spalle larghissime, la mascella da duro; spaccone ma gentile. È uno dei possessori delle chiavi Nexus.

Ha la carnagione pallidissima, gli occhi con delle pupille enormi e i capelli grigi e lunghi fino ai polpacci. Il suo canto è celestiale e anche di una potenza disarmante. Ha una chiave Nexus, però vuole buttarla nel Tevere perché ne avverte la pericolosità.

Discendente di Enea e leader dei pitagorici, amanti dei numeri e costretti da secoli a vivere sotto terra. È burbero e poco accogliente con chi non conosce la matematica. Ha delle sopracciglia cespugliose, la sua agilità fisica è prodigiosa quasi quanto quella mentale.

Voce tonante e armatura sgargiante: È l’uomo che si occupa di presentare gli spettacoli all’interno dell’Anfiteatro Flavio. Ex gladiatore, imponente e intimidatorio. Ma alla fine rivela di essere meglio delle apparenze. Anche lui possiede una chiave Nexus.

Un anziano che gira col bastone, il custode del Pantheon. Parla per enigmi e ha un alito da cui bisogna stare lontani. Secondo Flaminia la sua bocca emana molecole fetide, però è grazie a lui che lei e i suoi due amici si riescono a nascondere prima dell’arrivo degli Aracnoidi.